Nella promessa di Gesù ai discepoli lo Spirto Santo è chiamato “un altro Paraclito” (cfr vangelo, Gv 14,15-16.23b-26). Quest’ “altro” fa pensare che di “Paraclito” ce ne sia un secondo. L’ “altro Paraclito” è Gesù stesso. Qual è il significato di “Paraclito”? Paraclito è la persona che viene chiamata presso qualcuno, è l’avvocato difensore, il testimone a favore.
Lo Spirito Santo è il Paraclito di Gesù, il testimone a favore di Gesù, di quella verità che Gesù ha portato agli uomini, la verità su Dio, sulla loro esistenza, sulle persone, quella verità che è Gesù stesso. Lo Spirito Santo non ha qualcosa di proprio da comunicare, ma quello che ha udito da Gesù.
Questo Spirito è il dono del Risorto ai discepoli, il Paraclito che resta sempre con loro per “insegnare” e ricordare” loro la parola di Gesù, una parola che dice e porta la verità. La “ricorda” questa parola perché non sia dimenticata, abbandonata, lasciata perdere come cosa inutile, superata, ingombrante.
La “insegna” perché ci convince della sua bontà, ci persuade ad accoglierla e a seguirla, come la sola parola in grado di garantire la vita piena, di liberare l’esistenza dalla menzogna che affascina e cattura il nostro cuore.
L’apostolo Paolo nel testo della Lettera ai Romani, proposto come seconda lettura nella celebrazione dell’Eucaristia (Rm 8,8-17), parla dello Spirito che fa vivere, a differenza della carne che conduce alla morte. Lo Spirito Santo fa vivere perché istituisce quella relazione con Dio Padre che Gesù per primo ha sperimentato felicemente, relazione che fa di noi dei figli per Dio e che ci fa condividere la stessa eredità di Gesù, il Figlio primogenito («Se no Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi»).
La “carne” invece tenta in ogni modo di condurci a vivere contando solo su noi stessi, sulla nostra sapienza e intraprendenza. Un tentativo che spesso risulta vincente nella vita degli uomini, anche nella nostra esistenza di credenti con risultati che a detta dell’Apostolo, risultano devastanti.
Lo Spirito Santo non entra in relazione solo con noi personalmente, ma anche accompagna la Chiesa nel suo impegno di testimone di Gesù risorto, della sua verità che salva la vita, la rende capace di parlare a tutti, di dire parole e mostrare fatti che sono intesi da tutti, che sorprendono e che, per alcuni, risultano convincenti.
La Chiesa, ognuno di noi, camminiamo nella storia accompagnati da questo testimone – lo Spirito Santo – che difende la verità di Gesù la mostra ai nostri occhi come verità buona e promotrice di vita.
Per questo va accolto l’invito dell’Apostolo Paolo a lasciarci “conquistare” dallo Spirito, a dargli carta bianca nella nostra esistenza, perché solo così resisteremo alle tante e ricorrenti “seduzioni” delle carne, di essere cioè persone che vogliono condurre la propria esistenza prendendo le distanze da Dio Padre e perché solo così saremo in grado di mostrare la verità di Gesù, alle persone che, come ai tempi della torre di Babele, hanno smarrito il linguaggio comune, compreso da tutti, riguardo all’esistenza, al modo di considerarla e di condurla.



