Un bambino (Gesù), due genitori (Maria e Giuseppe), due persone anziane (Simeone, “uomo giusto e pio” e la “profetessa Anna”) e una ragazzina (Maria Goretti, Marietta per gli abitanti di Corinaldo).
Del primo gruppo di persone ci parla il vangelo di questa domenica (Lc 2,22-40) che celebra la presentazione di Gesù al Tempio, come prescriveva la “Legge del Signore” (“Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi”). Di Marietta ci parla lei stessa con la sua vita, presente da alcuni giorni a Corinaldo, sua città natale, nel Santuario a lei dedicato, dove “riposano”, in attesa della risurrezione, la sua mamma e Alessandro Serenelli, l’uomo che le ha tolto la vita e che lei ha perdonato e voluto che sé in Paradiso.
E’ il bambino Gesù a raccogliere attorno a sé sia le persone di cui parla il vangelo di Luca, sia Marietta, è lui che dà senso compito e speranza alla loro esistenza. All’esistenza dell’anziano Simeone, alimentando il suo desiderio di incontrarlo («Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo Signore»). Un desiderio che il protrarsi del tempo non aveva spento.
All’esistenza della profetessa Anna, privata troppo presto dell’amore del proprio sposo, ingaggiandola in un servizio che riscatterà la sua esistenza dalla solitudine che avvilisce il cuore («Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere»).
Alla brevissima esistenza di Maria Goretti, alimentando anche in lei il desiderio d’incontrarlo («Mamma, quando potrò fare la Prima Comunione?»), arricchendola di una fede robusta di fronte alla dolorosa perdita del papà («Mamma non ti preoccupare: Dio non ci abbandonerà»), rendendola forte e coraggiosa nel opporre resistenza ad Alessandro («Alessandro cosa fai? Dio non vuole! E’ peccato»), portandola a offrire lo stesso perdono che Lui aveva chiesto al Padre per i suoi uccisori («Padre perdona loro, perché non sanno quello che fanno», Lc 23,34) e offrendo la stessa speranza che Lui aveva dato a uno dei briganti, crocifissi son lui e che chiedeva di essere ricordato da lui («In verità io ti dico: oggi sarai con me nel paradiso», Lc 23,43): «Non solo io perdono, ma lo voglio con me in Paradiso!».
Sta per concludersi il soggiorno di Marietta qui, a Corinaldo. In questi giorni in tanti siamo venuti da lei e molti anche più volte; abbiamo raccontato a Marietta le nostre sofferenze, confidato le nostre speranze; abbiamo chiesto il suo aiuto per affrontare le dolorose prove della vita.
Portiamo con noi in quest’anno giubilare le emozioni dell’incontro con S. Maria Goretti. Vi invito a portare con voi, nei giorni della vita quotidiana, anche quello lei ha detto a voi personalmente e alle vostre comunità. Al riguardo ricordo le tre proposte che il card. Edoardo Menichelli ci ha presentato, come messaggio di Marietta, nella Messa di accoglienza del suo corpo.
« a) La centralità di Dio nella nostra giornata terrena per una rinnovata coscienza dove trovano cittadinanza la Parola di Dio, la preghiera, la vita sacramentale… Dobbiamo ricordarci che Dio abita in noi e con l’Incarnazione di Cristo, Egli non è estraneo alla nostra vita.
.b) La sacralità del corpo perché esso possa essere strumento di relazioni sante e non egoistiche, necessarie per la dignità, la vocazione, la responsabilità della persona, liberandola dal fascino del piacere e orientandola al servizio e al rispetto della vita… Occorre sconfiggere la tentazione di usare le persone per i propri capricci e per il proprio egoismo. Occorre riscoprire la santità del corpo alla luce anche della corporeità di Cristo Signore.
c) La misericordia come impegno e metodo per ridare speranza a chi sbaglia e per ricucire il tessuto sociale qua e là lacerato dalla cultura dell’egoismo e da una giustizia ricca di soddisfazione punitiva. La misericordia come unguento per i cigolii delle nostre relazioni personali e per le tante controversie sociali».