Solennità di Tutti i Santi – 1 novembre 2018

La solennità di tutti i santi ci ricorda che le persone “sante” – i santi – sono molto di più dei santi che troviamo sul calendario ogni giorno. Questo ci è di consolazione.

Recentemente Papa Francesco ha scritto un testo sulla “chiamata alla santità nel mondo contemporaneo”, dal titolo significativo, preso in prestito da Gesù: “rallegratevi ed esultate” (Mt 5,12).

Il Papa nel suo scritto dichiara che «la santità è il volto più bello della Chiesa». È importante e consolante ricordare questo in un momento così difficile e problematico per la Chiesa, che a molti non sembra mostrare il volto della sposa bella, che, come scrive l’apostolo Paolo ai cristiani di Efeso, è tale perché amata da Cristo, che “ha dato se stesso” per lei (cfr Ef 5,25).

Sempre nel suo scritto il Papa afferma che “tutti siamo chiamati ad essere santi” (cfr Gaudete et Exultate (GE), 14), che la santità non è un privilegio per pochi, ma è alla portata di tutti e che la santità non coincide con una esistenza straordinaria, ma con la propria esistenza, con le occupazioni quotidiane, vissute con amore (cfr GE, 14). Papa Francesco chiarisce come vivere con amore la propria condizione di vita: vivere in unione con Cristo i misteri della sua vita, essere unito a Lui, che offre la propria vita per amore (cfr GE, 20). Al riguardo ripropone un’affermazione forte di Benedetto XVI: «la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua».

Infine per papa Francesco è lo stesso Gesù a spiegarci cosa vuol dire essere santi, con le Beatitudini, «la carta d’identità del cristiano… in esse si delinea il volto del Maestro che siamo chiamati a far trasparire nella quotidianità della nostra vita» (GE, 63).

Celebrare la solennità di tutti i santi significa, anzitutto, ricordare questo, ricordare che siamo santi, perché, amati da Dio come figli (cfr la seconda Lettura, 1Gv 3,1-3), grazie a Gesù; significa ricordarci che non veniamo meno alla nostra condizione di figli amati, se guardiamo a Lui, a come Lui ha condotto la propria vita.

Nell’impegno a vivere da santi, da figli di Dio, non siamo soli, siamo accompagnati dallo Spirito Santo e dai Santi, quelli che noi riconosciamo come “amici  e modelli di vita” (cfr il Prefazio).

Proprio perché li riconosciamo amici, anzi addirittura fratelli (come li abbiamo chiamati nella preghiera d’inizio) chiediamo la loro intercessione, cioè che ci ottengano da Dio Padre la sua misericordia,  quell’amore nel quale Dio mette tutto se stesso, non fa calcoli di convenienza, perché anche noi sappiamo essere e vivere come persone ricche di misericordia. Contiamo sulla loro protezione nel cammino della nostra vita, quel cammino che ci sta conducendo al Padre stesso, dove il Padre, Gesù, il Figlio amato e lo Spirito santo, ci inviteranno al festoso banchetto del loro amore e dove la nostra santità si manifesterà pienamente perché il volto del nostro Dio non ci apparirà più velato e noi potremo “contemplarlo così come egli è” (cfr 1 Gv 3,3).

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