Il Vescovo Armando, il Vescovo Franco, il Vescovo Giuseppe, il Presbiterio della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola e il Presbiterio della Diocesi di Senigallia, le sorelle Nella, Cesarina, Lucia, i nipoti e i parenti tutti, confortati dalla speranza cristiana in Gesù Risorto, annunciano il ritorno alla casa del Padre di Sua Eccellenza
Mons. Mario Cecchini
Vescovo Emerito di Fano – Fossombrone – Cagli – Pergola
di anni 87
Al Signore Buon Pastore offrono tutto il bene da lui compiuto negli anni di servizio pastorale. Elevano preghiere di suffragio invocando dalla misericordia divina il premio promesso al servo buono e fedele.
La camera ardente sarà allestita presso la chiesa della Maddalena in Senigallia dalle ore 12.00 di giovedì 14 gennaio 2021.
Le esequie saranno celebrate venerdì 15 gennaio 2021 alle ore 15.00 nella Basilica Cattedrale di Senigallia presiedute da Mons. Piero Coccia presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana.
Seguirà il trasporto presso il cimitero di Ostra Vetere.
Senigallia 13 gennaio 2021
La celebrazione eucaristica esequiale sarà trasmessa in diretta su Fano Tv canale 17.
I presbiteri e i diaconi della diocesi di Senigallia che desiderano partecipare sono pregati di portare camice e stola viola e di prendere posto per tempo direttamente dietro l’altare maggiore senza passare in sagrestia.
I presbiteri della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola che desiderano partecipare sono pregati di portare camice e stola viola e di prendere posto per tempo direttamente nelle sedie davanti alla cattedra lato San Paolino senza passare in sagrestia.
I diaconi della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola che desiderano partecipare sono pregati di portare camice e stola viola e di prendere posto per tempo direttamente dietro l’altare maggiore senza passare in sagrestia.
I fedeli sono pregati di tenere conto delle prescrizioni anti covid e di seguire le indicazioni dei volontari del servizio accoglienza.
MONS. MARIO CECCHINI
25 gennaio 1933 13 gennaio 2021
Mons. Mario Cecchini, figlio di Paolo e di Maria Bacolini è nato a Piticchio di Arcevia, parrocchia di San Nicolò da Bari, il 25 gennaio 1933.
E’ stato battezzato il 29 gennaio 1933 nella chiesa parrocchiale di Piticchio.
E’ stato cresimato l’ 11 settembre 1938 nella chiesa parrocchiale di Montale.
E’ stato ordinato suddiacono il 21 settembre 1957 nella basilica cattedrale di Senigallia.
E’ stato ordinato diacono il 21 dicembre 1957 nella basilica cattedrale di Senigallia.
E’ stato ordinato presbitero, durante l’anno mariano, nella chiesa di Ripe il 16 marzo 1958 da mons. Umberto Ravetta, che gli ha lasciato in dono il suo anello episcopale quale primo presbitero di Senigallia diventato vescovo.
Ha celebrato la prima messa solenne il 19 marzo 1958 nella chiesa parrocchiale di santa Maria de Abbatissis in Serra de’ Conti.
Dopo l’ordinazione, il 21 giugno 1958 viene inviato vicario cooperatore a Scapezzano di Senigallia e il 1 ottobre 1958 viene nominato insegnante elementare nel seminario diocesano di Senigallia.
Nell’anno accademico 1959-1960 consegue la licenza in liturgia presso l’Istituto “Regina Mundi” in Roma, insegnando liturgia in diverse scuole di teologia per laici.
Il 1 settembre del 1960 viene nominato vice direttore spirituale in Seminario.
Negli anni accademici dal 1960 al 1968 è professore di liturgia in Seminario.
Nell’anno accademico 1962-1963 consegue la laurea in pedagogia presso l’Università di Urbino.
Il 1 ottobre 1965 viene incaricato per la promozione delle vocazioni ecclesiastiche in Diocesi.
Il 1 marzo 1967 viene chiamato dalla commissione amministrativa dell’ente, su indicazione dell’autorità ecclesiastica, al compito di segretario archivista e economo dell’ opera pia Mastai Ferretti di Senigallia succedendo a Mons. Angelo Mencucci nominato parroco della cattedrale.
Il 3 gennaio 1970 viene nominato vice assistente diocesano dell’ azione cattolica ragazzi. Il 13 febbraio 1970 viene nominato direttore diocesano dell’unione apostolica dei sacerdoti adoratori.
Il 10 dicembre 1973 dal vescovo Odo Fusi-Pecci viene nominato vicario episcopale per la pastorale e canonico onorario della basilica cattedrale, nomina quest’ultima che verrà rinnovata il 10 ottobre 2003 dal Vescovo Giuseppe Orlandoni.
Nell’anno accademico 1974-1975 consegue la laurea in giurisprudenza, con una tesi su “Opera Pia Mastai Ferretti – Stabilimento Pio – Senigallia” con relatore il professor Gabriele Molteni Mastai Ferretti, presso l’Università di Urbino.
Il 18 febbraio 1977 viene nominato cappellano d’onore di sua santità.
Il 2 febbraio 1981 viene nominato vicario generale della diocesi di Senigallia.
Il 1 febbraio 1983 viene nominato parroco della parrocchia di S. Pietro apostolo – cattedrale in Senigallia, succedendo a mons. Gino Papalini.
Il 20 marzo 1983 celebra, all’inizio del ministero di parroco, il venticinquesimo di presbiterato nella basilica cattedrale di Senigallia.
E’ stato per diversi anni amministratore del settimanale diocesano “La voce misena”, ha seguito anche “Radio velluto Senigallia” e ha fondato anche la radio parrocchiale del Duomo per arrivare là dove non poteva fisicamente.
Il 26 gennaio 1984 viene nominato membro del collegio dei consultori.
In data 11 febbraio 1986 sua santità Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Fano, Fossombrone, Cagli e Pergola.
Nello stemma troviamo le quattro stelle che rappresentano le quattro diocesi, la spada che è il segno della fortezza e la colomba della soavità in campo rosso e blu che sono i colori di Senigallia.
Il motto è “fortiter et suaviter” (fortiter in re, suaviter in modo) che significa energicamente nella sostanza, dolcemente nei modi, frase citata come regola di condotta nella compagnia di Gesù e formulata dal suo quarto generale Claudio Acquaviva.
Il 16 marzo 1986 alle ore 16.00 viene ordinato vescovo nella cattedrale di Senigallia dal cardinale, prefetto della congregazione per i vescovi, Bernardin Gantin insieme a mons. Marcello Morgante, presidente della conferenza episcopale marchigiana e a mons. Odo Fusi-Pecci, vescovo di Senigallia, presente il cardinale Pietro Palazzini.
E’ entrato in diocesi, nella cattedrale di Fano alle ore 17.00 di sabato 22 aprile, nella cattedrale di Cagli alle ore 11.00 di domenica 23 aprile, nella cattedrale di Pergola alle ore 15.30 di domenica 23 aprle e nella cattedrale di Fossombrone alle ore 18.00 di domenica 23 aprile 1986.
Il 30 settembre 1986 a seguito della piena unione delle sedi vescovili divenne il primo vescovo della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola.
Sabato 30 maggio 1987, a 54 anni, in mattinata verso le dieci nel suo ufficio in episcopio viene colpito da ictus cerebrale e versa in coma giudicato irreversibile presso l’ospedale di Torrette in Ancona. Dopo due giorni riprende conoscenza e migliora discretamente fino a raggiungere con il tempo la guarigione, continuando a guidare la diocesi fino al 1998.
Persona paterna, amabile e vicino alla gente, nel suo ministero ha favorito le missioni ad gentes visitando, dove svolgevano il loro ministero, i preti fidei donum della diocesi.
La sua devozione a Maria, madre di Gesù, ha segnato profondamente la sua spiritualità e il suo agire pastorale Ha indetto il giubileo mariano diocesano e ha inaugurato il santuario di San Giuseppe a Spicello.
Sabato 31 maggio 1997 alle ore 17.45 presso il palazzetto dello sport “Salvatore Allende” di Fano durante la celebrazione di chiusura del giubileo mariano diocesano ha avuto inizio il ministero pastorale del vescovo coadiutore Vittorio Tomassetti.
Per ragioni di salute l’8 settembre 1998 rinuncia al governo pastorale della diocesi di Fano- Fossombrone-Cagli-Pergola e ritorna nella diocesi di Senigallia presso il santuario della Madonna della Rosa in Ostra. Gli succede Mons. Vittorio Tomassetti.
L’8 settembre 1998 viene nominato presidente della fondazione “Civitas Lateranensis” di Roma.
Trasferitosi presso le residenze dell’opera pia Mastai Ferretti il 23 giugno 2003 è stato presidente regionale dei “Gruppi di preghiera di Padre Pio” e ha prestato il suo servizio pastorale nella basilica cattedrale e nella chiesa della Croce in Senigallia.
Il 10 ottobre 2003 riceve dal vescovo Giuseppe Orlandoni l’incarico di assistente ecclesiastico diocesano del movimento ecclesiale di impegno culturale (MEIC) unione cattolica italiana insegnanti medi (UCIIM) e associazione italiana maestri cattolici (AIMC).
Domenica 13 aprile 2008 alle ore 11.30 ha celebrato il cinquantesimo anniversario di presbiterato nella basilica cattedrale di Senigallia.
E’ morto presso l’opera pia Mastai Ferretti alle ore 11.45 di mercoledì 13 gennaio 2021, positivo al covid 19 e con diverse patologie pregresse dopo che da circa un anno era stato trasferito in infermeria.
Le esequie si sono svolte presso la basilica cattedrale di Senigallia venerdì 15 gennaio 2021 alle ore 15.00 presiedute dal presidente della conferenza episcopale marchigiana Piero Coccia, presenti il vescovo di Senigallia Franco Manenti, il vescovo di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola Armando Trasarti, il vescovo emerito di Senigallia Giuseppe Orlandoni, il vescovo di Jesi Gerardo Rocconi, il vescovo emerito di Fabriano-Matelica Giancarlo Vecerrica, numerosi presbiteri e diaconi della Diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola e della diocesi di Senigallia.
E’ stato sepolto, nella tomba di famiglia, presso il camposanto di Ostra Vetere (An).
Omelia di S.E. Mons. Piero Coccia, Arcivescovo metropolita di Pesaro e Presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana
OMELIA PER IL VESCOVO MARIO
Oggi siamo nella tristezza, se ne va un caro confratello vescovo che ha segnato il cammino della Chiesa delle Marche, ma siamo confortati dalla certezza della Risurrezione del Signore e di tutti noi nel Signore. In quel tutti noi c’è anche l’esperienza del vescovo Mario.
Però quando una persona amata e stimata con cui abbiamo condiviso un tratto di vita ci lascia, dentro di noi scatta un’esperienza di rielaborazione del cammino di questa persona. Soprattutto per quello che ha fatto e ha potuto incidere nella vita di ciascuno di noi.
E allora viene il ricordo del vescovo Mario. Qual è la sua eredità, cosa ci lascia? Quali sono i tratti più salienti del suo cammino di battezzato, di sacerdote, di vescovo. Tutti noi qui presenti abbiamo un po’ conosciuto il vescovo Mario e lo ricordiamo come un vescovo sorridente ed accogliente.
Era questo il suo stile di vita innato, ma anche coltivato. Lui amava molto stare tra la gente e con la gente, stava molto più tra la gente che non dentro il proprio ufficio in episcopio, perché aveva questa innata spinta di aiutare le persone. Sapeva ascoltare e sapeva confortare, e proprio questo suo amore con cui accoglieva le persone lo portava anche ad avere questa capacità di possibilità, difficilmente diceva “no” in maniera categorica, era sempre possibilista per vedere, rielaborare, esaminare. E allora ricordiamolo per questa sua accoglienza che dava serenità a tutti coloro che lo accostavano.
Del vescovo Mario non possiamo dimenticare la sua grande passione educativa, lui che aveva acquisito il titolo magistrale, poi aveva proseguito gli studi in pedagogia e anche in diritto. Amava la pedagogia perché si sentiva in questa vocazione non teorica ma concreta. Aveva educato anche tanti futuri sacerdoti nel seminario, aveva la pazienza dell’educatore, seminava ma non aveva la pretesa del raccolto immediato né quantificato. Tutti quanti nella vita siamo educatori, non solo per il ruolo che alcuni di noi possono avere, ma perché tutti ci educhiamo gli uni con gli altri. E in fondo, educarsi significa camminare insieme, significa condividere, significa portare il peso gli uni degli altri e significa avere degli orizzonti condivisi. Ricordiamolo per questo suo tratto di uomo impegnato nel campo educativo, sia come sacerdote, sia anche come vescovo.
E da ultimo, il vescovo Mario l’abbiamo conosciuto anche e soprattutto come vescovo, e che cosa ricordiamo di questo confratello? Ricordiamo la sua capacità di essere un uomo di fede che ha condotto il popolo di Dio sui sentieri della fede, ma anche l’uomo che è vissuto di fede, sia come prete, sia come vescovo per i ruoli che ha vissuto. E tutto in qualche maniera orientato e segnato nella fede e con la fede. E alla fine è questo quello che rimane nella vita di ciascuno di noi: tutto passa, rimane la Fede. E il vescovo Mario è stato un uomo-pastore che ha condotto il popolo nel cammino della fede, ma che ha vissuto la fede. La sua era una fede semplice, ma non ingenua, dove semplicità vuol dire essenzialità. Era molto concreto, alla mano – come diciamo nel nostro linguaggio marchigiano – ma era un uomo che andava alla sostanza. Ed è stata questa Fede che lo ha condotto sempre, anche nei momenti difficili della conduzione della chiesa di Fano, Fossombrone, Pergola e Cagli. Anche in momenti di situazioni storiche di unificazione e di altro ancora.
E lo ha condotto poi anche nell’esperienza della sua lunga malattia. Ha vissuto la malattia in quella Fede semplice, autentica e profonda.
E allora ricordiamolo al Signore e chiediamogli che l’abbia con Lui, per i meriti che ha acquisito e anche per questa testimonianza di vita sacerdotale ed episcopale che ci lascia oggi. Ed è giusto che il momento dell’addio glielo diamo proprio in questa cattedrale. Il vescovo Mario è stato generato alla fede dalla Chiesa di Senigallia, è stato generato al sacerdozio dalla Chiesa di Senigallia ed è stato anche generato all’episcopato da questa Chiesa dove aveva avuto anche ruoli di rilievo ed importanza. Oggi questa Chiesa con tutto l’episcopato, con il presbiterio e con tutto il popolo di Dio lo saluta con i sentimenti della riconoscenza che si traduce in comunione eterna.