Caritas Diocesana 

Proposta di animazione alla Carità per Comunità Parrocchiali

Quaresima 2024 e Giornata Diocesana della Carità

Introduzione

La quaresima è un tempo liturgico che invita con forza al superamento dell’individualismo e alla  crescita nella carità. L’Ufficio Liturgico Diocesano, tra le attenzioni suggerite nel Tempo di Quaresima, ci invita a riscoprire il senso autentico dell’offertorio nella liturgia, ricordandoci “che il senso della raccolta delle offerte non è meramente materiale, ma vuole esprimere l’offerta di sé a Dio e la condivisione dei beni”. L’offertorio è, infatti, un momento essenziale della celebrazione eucaristica, in cui si realizza e si rende particolarmente visibile la partecipazione di ogni fedele all’offerta del sacrificio eucaristico e il suo contributo alla vita della comunità. In questo senso si potrà valorizzare questo momento e il suo significato curando la processione offertoriale, perché il pane e il vino destinati alla mensa eucaristica siano effettivamente condotti all’altare tramite una processione che coinvolga l’assemblea e che ricordi a tutti i fedeli l’importanza del contributo di ciascuno in spirito di cristiana solidarietà e condivisione.

Tra l’altro le prime due domeniche di quaresima saranno particolarmente adatte alla sensibilizzazione della Comunità essendo fortemente caratterizzate in tal senso (18 febbraio: Colletta nazionale per la Terra Santa; 25 febbraio: Giornata Diocesana della Carità).

Proposte di animazione

Ecco alcuni suggerimenti che ogni parroco, insieme al gruppo liturgico e ai volontari della Caritas, potrà adattare alla propria realtà. Il primo di questi suggerimenti (1) potrà divenire una prassi ordinaria dell’eucarestia domenicale; la seconda proposta (2) potrà essere adottata in alcune occasioni speciali, tempi forti o giornate destinate a particolari collette.

  • Cura della processione offertoriale

Dare uno spazio di tempo più ampio alla raccolta delle offerte e alla processione offertoriale, accompagnata dal canto di offertorio; quando la questua è completata, le persone con i cestini si uniranno alle persone che conducono all’altare il pane e il vino per l’eucarestia. Il tutto viene portato all’altare: pane e vino sulla mensa, le altre offerte ai piedi dell’altare (cf. OGMR 76-75). Può essere opportuno aumentare il numero delle persone per la questua, affinché la raccolta delle offerte non si protragga troppo a lungo; infatti è bene evitare che questa si prolunghi durante la preghiera eucaristica: in tal modo, infatti, si smarrisce il senso autentico del gesto.

  • Domenica della Carità (25 febbraio): “offertorio africano” con processione di offertorio che coinvolge l’intera assemblea

In occasione della domenica della Carità si potrà proporre di vivere in pienezza la dinamica dell’offertorio sul modello delle liturgie africane nelle quali tutti i partecipanti alla celebrazione si recano processionalmente all’altare per lasciare la propria offerta (in denaro o in altri beni, in genere alimenti). Si potrebbe proporre alla comunità una colletta speciale per le iniziative di carità (denaro o alimenti non deperibili destinati alla preparazione dei pacchi viveri). Ovviamente la comunità va preparata e informata la domenica precedente, cosicché i fedeli si possano organizzare per venire preparati alla celebrazione. Si suggerisce di coinvolgere in questa iniziativa anche i ragazzi del catechismo e le loro famiglie.

  • Domenica della Carità: Raccolta alimentare nei supermercati (volontari caritas e Gruppi giovanili)

In occasione della Giornata della Carità (24-25 febbraio), o comunque in tempo di quaresima, si potrebbe uscire dall’ambito liturgico ed ecclesiale, promuovendo la raccolta di generi alimentari presso i supermercati del territorio della Parrocchia. Questa iniziativa potrebbe coinvolgere insieme volontari Caritas e gruppi giovanili per una conoscenza e collaborazione tra questi ambiti della comunità.

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