Confortini P. (1609), Dipinto della moltiplicazione dei pani e dei pesci

DOMENICA 2 agosto 2020 – XVIII del Tempo Ordinario 

Preghiamo insieme

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen 

INSIEME (genitori e figli): Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo. 

VANGELO

Dal Vangelo secondo Matteo                                                                                              (14,13-21)

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesù partì di là su una barca e si ritirò in un luogo deserto, in disparte.

Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle città. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentì compassione per loro e guarì i loro malati.

Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: «Il luogo è deserto ed è ormai tardi; congeda la folla perché vada nei villaggi a comprarsi da mangiare». Ma Gesù disse loro: «Non occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiare». Gli risposero: «Qui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!». Ed egli disse: «Portatemeli qui».

E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sull’erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò la benedizione, spezzò i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla.

Tutti mangiarono a sazietà, e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

Parola del Signore.                               

Lode a Te o Cristo 

 

RIFLESSIONE DI P. ERMES RONCHI

Vangelo del pane che trabocca dalle mani, dalle ceste. Segno da custodire con particolare cura, raccontato per ben sei volte dai Vangeli, carico di promesse e profezia.

Gesù vide la grande folla, sentì compassione di loro e curò i loro malati. Tre verbi rivelatori (vide, sentì, curò) che aprono finestre sui sentimenti di Gesù, sul suo mondo interiore. Vide una grande folla, il suo sguardo non scivola via sopra le persone, ma si posa sui singoli, li vede ad uno ad uno. Per lui guardare e amare sono la stessa cosa. E la prima cosa che vede alzarsi da tutta quella gente e che lo raggiunge al cuore è la loro sofferenza: e sentì compassione per loro. Gesù prova dolore per il dolore dell’uomo, è ferito dalle ferite di chi ha davanti, ed è questo che gli fa cambiare i programmi: voleva andarsene in un luogo deserto, ma ora chi detta l’agenda è il dolore dell’uomo, e Gesù si immerge nel tumulto della folla, risucchiato dal vortice della vita dolente. Primo viene il dolore. Il più importante è chi patisce: nella carne, nello spirito, nel cuore. E dalla compassione fioriscono miracoli: guarì i loro malati. Il nostro tesoro più grande è un Dio appassionato che patisce per noi.

Il luogo è deserto, è ormai tardi, questa gente deve mangiare… I discepoli alla scuola di Gesù sono diventati sensibili e attenti, si prendono a cuore le persone. Gesù però fa di più: mostra l’immagine materna di Dio che raccoglie, nutre e alimenta ogni vita, e incalza i suoi: Voi stessi date loro… Le emozioni devono diventare comportamenti, i sentimenti maturare in gesti. Date da mangiare: «La religione non esiste solo per preparare le anime per il cielo: sappiamo che Dio desidera la felicità dei suoi figli anche su questa terra» (Evangelii gaudium 182). Dacci il pane noi invochiamo, donate ribatte Lui. Una religione che non si occupi anche della fame è sterile come la polvere.

Il miracolo del pane è raccontato come una questione di mani. Un moltiplicarsi di mani, più che di pane. Che passa di mano in mano: dai discepoli a Gesù, da lui ai discepoli, dai discepoli alla folla. Allora apri le tue mani. Qualunque sia il pane che tu puoi donare, non trattenerlo, apri il pugno chiuso. Imita il germoglio che si schiude, il seme che si spacca, la nuvola che sparge il suo contenuto.

Che diritto hanno i cinquemila di ricevere pane e pesce? L’unico loro titolo è la fame. E il pane di Dio, quello delle nostre eucaristie, non impoveriamolo mai all’alternativa meschina tra pane meritato o pane proibito: esso è il pane donato, con lo slancio della divina compassione. Pane gioioso e immeritato, per i cinquemila quella sera sulla riva del lago, per tutti noi sulla riva di ogni nostra notte. 

Proviamo a condividere qualche riflessione 

PREGHIERA DIALOGATA

Genitori:     Gesù, pane di vita, da Te possiamo nutrirci per alimentare la nostra vita,

Tu sei l’unico che non chiede niente in cambio per darci la vita. 

Figli:          Grazie, perché continui a moltiplicare il pane per noi e per ogni uomo,

grazie, perché il tuo amore è così grande da non lasciare indietro nessuno. 

Genitori:     A volte, come gli apostoli, vorremmo allontanare da noi i problemi,

vorremmo non prenderci cura degli altri,

dimentichiamo che Tu sei Pane di vita che ci chiede di essere dono per gli altri. 

Figli:           Per fortuna Gesù, tu ti prendi cura di tutti e la tua salvezza raggiunge tutti.

                        Come il pane del racconto del vangelo passa di mano in mano

                        per raggiungere tutti e sfamare tutti,

                        così la fede che abbiamo ricevuto possiamo passarla, donarla. 

Genitori:     Signore, ti chiediamo che qualunque sia il pane che noi possiamo donare,

di non trattenerlo, di aprire il pugno chiuso.

Per imitare il germoglio che si schiude, il seme che si spacca,

la nuvola che sparge il suo contenuto! Amen.

Ad ogni preghiera rispondiamo: “Gesù pane di vita, ascoltaci”.

  • Gesù, sei Tu il pane vivo disceso dal cielo: fa’ che la Chiesa sia generosa nel portare a ogni persona Te, che sei presente nella Parola e nell’eucaristica, come senso vero della vita.
  • Gesù, Ti affidiamo tutti i governi e chi ha responsabilità, perché provino compassione per chi ha fame, chi chiede accoglienza, chi soffre per le guerre, le ingiustizie e cerchino le soluzioni con sincerità di cuore e senza egoismi. Preghiamo.
  • Gesù, fa’ che ogni persona si fidi della tua Parola e tenga viva la tensione a condividere i beni, il tempo e l’amore con chi non ne ha. Preghiamo.
  • Gesù, ti presentiamo chi è in difficoltà e vive un momento di sofferenza: fa’ che li aiutiamo ad aprire il loro cuore per sperimentare la Tua misericordia gratuita. Preghiamo.
  • Gesù, Ti affidiamo i giovani, gli adulti e le famiglie che stanno vivendo delle esperienze di fede e di condivisione, perché tornino nelle loro case con il cuore pieno di Te. Preghiamo.

PADRE NOSTRO

Benedizione finale – I genitori segnano i figli sulla fronte

Benedici Signore la nostra famiglia … (i nomi di mamma, papà, dei figli)

E benedici tutte le famiglie, soprattutto coloro che hanno bisogno della serenità.

Ricordati di … (nomi di qualcuno che si vuol ricordare in particolare)

Veglia su di noi e accompagnaci in questo cammino pasquale. Amen.

Impegno

Impegniamoci a farci prossimo a chi è più difficoltà, anche contribuendo per le necessità che la parrocchia ci indica.