Omelia nella solennità dell’Assunta e Benedizione del Mare (Senigallia, 14 agosto 2008)

Senigallia, 14 agosto 2008

Siamo alla vigilia di una grande festa. Per molti è semplicemente ferragosto: un giorno di riposo e di divertimento. Per i credenti è una festa tutta particolare, quella di Maria Ss.ma, che Dio risparmia dalla morte e porta in cielo in anima e in corpo (e dunque nella totalità della sua persona umana); la porta in cielo, cioè la introduce nella gloria della vita eterna, nella piena e perfetta comunione con Dio.
Potremmo dire che con questa festa noi celebriamo la Pasqua di Maria. La parola “pasqua” significa passaggio. La pasqua di Cristo è il passaggio del Signore Gesù attraverso la sua passione e morte da questo mondo al Padre. La pasqua di Maria è il passaggio della vergine santissima da questa vita terrena alla vita eterna, alla perfetta e piena beatitudine destinata a durare per sempre.
Noi oggi contempliamo Maria come la donna pienamente realizzata, la donna pienamente felice. In questi giorni dei giochi olimpici ci siamo tutti rallegrati nel vedere la gioia di alcune atlete italiane, anche delle nostre Marche, che hanno raggiunto il traguardo più ambito delle Olimpiadi: la medaglia d’oro. Esse mostrano una gioia veramente straripante e contagiosa. Maria Ss. ha ottenuto molto di più di una medaglia d’oro e la sua felicità dura molto di più di quella procurata dal raggiungimento di un obiettivo umano.
In effetti nel cuore di ogni persona c’è il desiderio insopprimibile di felicità, di autorealizzazione. Ma quali sono le vie che permettono di soddisfare tale bisogno? E’ il denaro o il benessere economico con il suo fascino? è la ricerca del piacere o del potere fine a se stesso al di là di ogni buon senso e di ogni norma morale? è lo sballo, il divertimento come unico criterio di vita? è la presunzione di poter o di voler vivere senza Dio?
Maria di Nazaret, dopo aver partecipato intimamente alla missione del Figlio, ha trovato la felicità: è stata assunta in cielo per vivere per sempre nella gioia. Lei può effettivamente cantare il Magnificat, che è una vera e propria esplosione di gioia, a motivo dello stato di beatitudine che ha raggiunto, camminando sulla via della fede, dell’umiltà, dell’amore. Ciò che veramente conta per essere felici è aprire il proprio cuore a Dio a lasciarsi arricchire dei suoi doni.

Tra i doni che il Signore ci elargisce per la nostra felicità c’è tutto il creato e noi questa sera vogliamo soffermarci su un particolare elemento del medesimo: il mare, il nostro mare. Come per tutti i beni della terra, anche del mare l’uomo non è proprietario, ma “amministratore”. Il compito di governare il creato, affidatoci dal Creatore, non giustifica prassi aggressive e distruttive. L’uomo è chiamato a perfezionare la natura, non a saccheggiarla, e per questo deve accogliere tutte le creature “come se al presente uscissero dalle mani di Dio” (GS 37).

Solo un atteggiamento autenticamente “francescano” ci permette di considerare il grande bene del mare come un segno della bontà, della potenza e della bellezza di Dio: un segno da interpretare, da rispettare, da contemplare. Non possiamo perciò sottoporre il mare e tutto ciò che esso rappresenta – quindi anche la spiaggia, le strutture di recettività e di svago e quant’altro – ad un utilizzo egoistico di alcuni a danno di altri. Inoltre dobbiamo ricordare che a nessuno è lecito indulgere ad un inquinamento ambientale sconsiderato e irresponsabile.

Per concludere, mentre posiamo il nostro sguardo sulla cara immagine della Madonna della Speranza che si venera nella nostra Cattedrale e che è qui presente tra noi questa sera, vorremmo chiedere alla Vergine Santa di darci coraggio nel cammino della nostra vita, cammino non sempre facile né privo di prove: Lei che già si trova nella gloria di Dio ci ricordi che è possibile anche a noi raggiungere la beatitudine eterna.
Mentre ringraziamo il Signore per tutti i suoi doni, gli chiediamo, per intercessione di Maria, di benedire il nostro mare, che è fonte di vita e di ristoro per tante persone; gli chiediamo di benedire i pescatori, i marinai, le loro famiglie, la Capitaneria di Porto, le forze dell’ordine, quanti operano nelle strutture alberghiere, i turisti, gli abitanti della nostra città. Non possiamo dimenticare quanti sono caduti in mare: per loro in maniera particolare invochiamo la benedizione del Signore perché abbiano la pace e il riposo eterno. Così sia.