Omelia nella festa della Presentazione, della Madonna della Speranza, e della vita consacrata(Cattedrale di Senigallia, 2 febbraio 2012)

Senigallia, 2 febbraio 2012

1. E’ una festa ricca di significati, quella che oggi celebriamo. La liturgia della Chiesa universale celebra la festa della presentazione di Gesù al tempio. Nella nostra Chiesa di Senigallia celebriamo la festa della Patrona, la Madonna della Speranza. In tutto il mondo cristiano si celebra anche la festa della vita consacrata, e cioè di coloro che consacrano la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli. C’è un messaggio comune che scaturisce da queste tre feste: è il messaggio del dono.

2. Quaranta giorni dopo il Natale Gesù viene presentato al tempio di Gerusalemme. Entriamo anche noi con Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù al tempio. Vi incontriamo il vecchio Simeone che, illuminato dallo Spirito Santo, percepisce subito la novità di quanto sta accadendo: quel bambino è la gloria di Israele, la luce dei popoli (cf. Lc 2,32); ma prima ancora di essere presentato a Dio è Gesù stesso che si presenta, si offre al Padre, si dona a Lui, perché per questo è venuto in mezzo a noi: ha preso forma umana per adempiere la volontà del Padre: “ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Eb 10,7)

3. Allo stesso tempo è Maria che offre il Bambino a Dio. Sa bene Maria che Gesù è suo figlio, carne della sua carne, sangue del suo sangue; ma sa anche bene che quel figlio non le appartiene, perché è anche figlio di Dio, non è sua proprietà. E perciò lo dona, lo offre, lo consacra. Maria sa di aver ricevuto quel figlio come un dono, un dono straordinario ed assolutamente gratuito, ed ora lo dona, lo offre per conformarsi pienamente a lui e condividere la sua missione.

4. Quel Bambino che Maria ha offerto a Dio è la nostra speranza, il nostro Redentore e Salvatore: è colui che ci libera dal peccato e dalla morte, è colui che ha il potere di farci risorgere dai morti e di introdurci nella vita eterna.
Maria è madre della speranza, perché è madre di Gesù che è la nostra speranza. Ma Maria è madre della speranza, anche perché nella sua vita ha coltivato in maniera suprema questa virtù: si è fidata di Dio, ha creduto in lui, ha condiviso la missione del suo figlio, ha accettato la spada che le ha trafitto il cuore, così come aveva profetizzato il vecchio Simeone (cf. Lc 2,35), ha fatto della sua vita un dono, offrendo tutta se stessa per compiere la volontà di Dio e collaborare alla salvezza degli uomini.

5. In questo giorno ricordiamo i nostri fratelli e sorelle che, sentendosi amati e chiamati da Dio, hanno consacrato la loro vita al servizio di Dio e dei fratelli. Lo hanno fatto non per un interesse materiale, non per una questione di prestigio, non per fuggire le responsabilità di una famiglia, ma per amore: al dono di Dio che comunicava loro il suo amore hanno voluto rispondere con il dono della loro vita. E’ questa l’unica spiegazione valida della vita religiosa: è una scelta di amore, è un dono in risposta ad un altro, grandissimo dono.
Questa sera i religiosi e le religiose, le persone consacrate presenti nella nostra diocesi rinnovano i loro voti; nel ringraziarle per la loro preziosa presenza e testimonianza ci uniamo alla loro preghiera: la Madonna della speranza tenga sempre viva la loro speranza, le sostenga nelle difficoltà, le aiuti sempre a fare della loro vita un dono a Dio e ai fratelli.

6. Anche noi tutti ci rivolgiamo con fiducia e amore alla nostra Patrona. In questo tempo di crisi, di paura per il futuro, di offuscamento dei valori fondanti della vita, abbiamo particolarmente bisogno di tenere viva la speranza, per non chiuderci in noi stessi, per non lasciarci prendere dallo scoraggiamento e dal pessimismo.
Non solo i religiosi e le religiose, ma tutti noi cristiani, discepoli di Cristo, siamo chiamati a fare della nostra vita un dono. E’ soltanto così che la vita si illumina, diviene sensata, è bella. E’ soltanto così, vivendo la dimensione oblativa del dono di sé, che nella vita entra la gioia e si è in grado di comunicarla agli altri; ne è testimone Maria che, avendo pronunciato il suo sì, essendosi offerta Signore, poteva cantare il magnificat e partecipare a tutti i credenti la sua stessa gioia.

7. Vergine Santa, Madre della speranza, intercedi per noi tutti. Fa sentire la tua vicinanza in particolare a coloro che soffrono a causa della malattia, del problema del lavoro e della casa, delle divisioni nei rapporti familiari. Consola gli afflitti, specialmente coloro che piangono la scomparsa di persone care. Intercedi per le famiglie, per i piccoli, per i giovani, per gli anziani perché non venga mai meno la loro speranza. Intercedi per la nostra città e per i paesi del nostro territorio: si comprenda che solo nella giustizia, nella solidarietà e nel dono, si può costruire una società a misura d’uomo.
Intercedi per la nostra Chiesa di Senigallia, impegnata nell’ultimo tratto del cammino sinodale: fa’ che i cristiani delle nostre parrocchie e dei nostri gruppi ecclesiali, impegnandosi nella missione della Chiesa, siano con la loro vita testimoni di gioia e annunciatori di speranza.
Lo chiediamo a te, madre della misericordia, tu che sei vita, dolcezza e speranza nostra. Così sia.

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