Senigallia, Foro Annonario, 2 settembre 2004
Si avvicina la mèta, la conclusione del grande pellegrinaggio a Loreto, promosso dall’Azione Cattolica: il traguardo è il Santuario della S.Casa, un santuario molto caro ai marchigiani (la Regione Marche ha come patrona principale la Madonna di Loreto), un santuario a me personalmente molto familiare, essendo nato nel comune di Castelfidardo, a sette chilometri dal santuario stesso.
La Santa Casa di Loreto richiama il luogo dove è accaduto il più grande evento della storia, il fatto più straordinario di tutti i tempi: è il luogo dove il Verbo si è fatto carne; l’Onnipotente, Colui che i cieli non possono contenere, si è fatto piccolo, è divenuto uno di noi; l’infinito si è incontrato con il finito; l’Assoluto ha assunto i limiti della condizione umana; Dio è venuto a condividere, per amore, la nostra vita, ha preso casa in mezzo a noi, ha stabilito la sua dimora tra gli uomini.
Tutto questo è avvenuto grazie al “sì” di Maria. “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38): così Maria ha risposto all’angelo che le proponeva di diventare la madre del Salvatore. Il suo è il sì che ha cambiato la storia. E’ il sì che ha reso possibile la realizzazione del piano di salvezza di Dio. Maria ha pronunciato il suo sì non nella presunzione delle sue capacità umane, ma nella piena consapevolezza che “niente è impossibile a Dio”. Pronunciando il suo sì, Maria è divenuta la vera casa di Dio, la dimora dell’Altissimo.
Andando a Loreto per incontrare il Papa ma soprattutto per visitare la Casa del Sì, anche noi siamo chiamati a dire il nostro sì. Si va a Loreto non come turisti, ma come pellegrini, cercatori di Dio, della verità, dell’amore, per dire sì. Nella nostra vita ne dobbiamo dire tanti di sì; ma uno solo è decisivo: è il sì come quello di Maria, il sì della fede, della fiducia, della disponibilità a realizzare il progetto che il Signore ha su di noi. Forse abbiamo già detto dei sì, ma spesso li abbiamo ritirati, abbiamo avuto paura, ce ne siamo pentiti. Ora si tratta di ridire quel sì decisivo, fondamentale, con la gioia di un affidamento al Padre, senza riserve, attraverso le mani di Maria.
Dicendo sì, anche noi, come Maria, diventiamo casa di Dio, dimora dell’Altissimo: Dio viene ad abitare in noi, cambia la nostra vita, la illumina, la riempie di senso, la rende bella e gioiosa.
Nel momento stesso in cui noi pronunciamo il nostro sì e diventiamo casa di Dio, diventiamo anche casa dalle porte aperte che sa accogliere l’altro, l’amico, chi è in difficoltà, il diverso. La nostra vita diventa casa di Dio e insieme casa per tutti. Ecco il senso dell’impegno in Azione Cattolica: ci si mette al servizio della Chiesa, della Parrocchia, per offrire una casa, dare accoglienza, calore umano, ai piccoli, ai giovani, agli adulti, ai bisognosi, a chi è alla ricerca di senso, di verità, di felicità. Si vuol condividere con l’altro la gioia immensa che deriva dalla consapevolezza di essere dimora di Dio, casa amata e abitata dal Signore Gesù: non si può non comunicare agli altri la gioia di avere incontrato il Signore e di ospitarlo nella propria vita. Non si può non sentire il bisogno che ogni spazio umano sia una casa, che sia una casa abitabile la chiesa, l’associazione, il nostro paese, la nostra città, il mondo intero.
Che la vita di ciascuno di noi sia veramente casa di Dio e casa per tutti. Così avremo dentro di noi la pace e potremo contribuire in maniera efficace e concreta a costruire quella pace, di cui l’umanità sempre, ma particolarmente in questo nostro tempo, così travagliato per tanti fatti di sangue che ci fanno inorridire, ha estremo bisogno.
La Vergine lauretana, la Madre del sì, interceda per noi e per tutti gli uomini. Così sia.