Notte di Natale 2016

Tra poco, nella preghiera sulle offerte azzarderemo due richieste a Dio Padre: «Accetta, o Padre, la nostra offerta in questa notte di luce, e per questo misterioso scambio di doni trasformaci nel Cristo tuo Figlio, che ha innalzato l’uomo accanto a te nella gloria».

Le due richieste: “accetta la nostra offerta” e “trasformaci nel Cristo tuo Figlio”.

Riguardo alla prima richiesta ci chiediamo che cosa abbiamo da offrire a Dio Padre? Io che cosa ho da offrirGli? Che doni possiamo offrire a Dio e che Lui apprezza? Forse siamo arrivati a questa notte con le mani vuote o con qualcosa di buono che abbiamo rimediato in questo tempo di Avvento, che ci sembra però non all’altezza di un dono da fare a Dio, considerato quanto Lui ci offre.

Anche quest’anno al Signore possiamo offrire la nostra umanità ferita dal male, da quello che subiamo, ma anche da quello che noi compiamo; un’umanità impacciata, che sembra aver dimenticato i gesti più elementari dell’esistenza tra gli umani, incapace di compiere quei gesti che danno fiducia, che creano legami buoni, prigioniera della paura che la porta a rinchiudersi su di sé, ad alzare muri, a non guardare al futuro con quella serenità che ci viene dalla fede che ci assicura che il Signore non ha abbandonato la nostra storia.

Riguardo ai doni la preghiera parla di uno “scambio”. Questo è l’azzardo, perché non si tratta di uno scambio alla pari, perché quello che Dio ci offre, il suo amore, noi non siamo in grado di pareggiarlo con nessuno dei nostri doni, nemmeno con quello della vita.

Dio però ci fa sapere che apprezza da parte nostra la disposizione del cuore ad accoglierLo, a dargli fiducia, a lasciarci raggiungere dal suo amore, ad acconsentire che lui abiti i nostri giorni, visiti la nostra vita, perché ha un desiderio grande riguardo a ciascuno di noi, quello di occuparsi di noi come suoi figli, proprio come si occupa di Gesù.

Il Padre di Gesù sa che se noi acconsentiamo a questo suo desiderio le parole del profeta Isaia, proposte dalla prima lettura, che riferiscono di una gioia “moltiplicata”, di una letizia “aumentata” non sono pronunciate invano e che diventa possibile “spezzare il giogo” dai tanti nomi che opprime le nostre esistenze, sa che le parole dell’angelo ai pastori, che riferiscono di una gioia grande e accessibile a tutti perché è “nato un salvatore”, possono risultare vere anche per noi, nell’oggi di una storia che ci mette addosso tanta paura e ci rende così insicuri.

Alla luce del desiderio di Dio la seconda richiesta ci appare meno azzardata, perché quello che chiediamo a Dio è proprio quanto Lui desidera offrirci da sempre (è il suo dono): sentirci, come Gesù, figli amati, vivere come Gesù, da figli che si fidano di Lui, che trascorrono i giorni della loro esistenza non nella ossessiva ricerca di salvarla, prigionieri del timore di perderla, ma nella libertà che ci è stata donata e che ci viene continuamente restituita da Suo Figlio che “è nato per noi”, che “ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità” e per renderci capaci di compiere opere buone, quelle opere che sono tali perché allietano il nostro cuore e ridanno speranza alla vita delle persone, proprio come le opere compiute da Gesù.

Impariamo dai pastori che non si sono lasciati convincere dalla paura, ma dalla parole dell’angelo e andiamo anche noi come loro a “vedere” questo bambino che “è nato per noi”, questo “figlio che ci è stato dato”, perché anche noi, come i pastori possiamo renderci conto ancora una volta che gli angeli non ci hanno ingannato quando hanno parlato di un bambino, la cui nascita è motivo di gioia e di speranza per tutti, per ogni situazione e perché anche noi, come hanno fatto i pastori, possiamo raccontare di un Dio che non abbandona i propri figli a se stessi, alle tante follie che le cronache di ogni giorno ci segnalano, ma che vuole riscattare la storia degli uomini dal male che avvelena le relazioni tra le persone, tra le nazioni, che aggredisce la natura e la costringe a gemere, che oscura il futuro, impoverendolo di speranza.

Il mio augurio in questo Natale è che nessuno di noi si sottragga, per nessun motivo, a questo scambio di doni, che accettiamo dal Figlio di Dio che è nato per noi il suo dono: l’inesauribile amore di un Dio che desidera prendersi cura di ciascuno noi come figli e che troviamo in questo dono quella pace del cuore che tanto desideriamo.

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