Maria Santissima Madre di Dio (1 gennaio 2024)

Prima di concludere la celebrazione dell’Eucaristia del primo giorno del nuovo anno, invocheremo lo Spirito Santo con il suggestivo canto Veni Creator Spiritus. Perché invocare lo Spirito Santo all’inizio di un nuovo anno, che resta a noi in gran parte sconosciuto? Cosa ci attendiamo dallo Spirito Santo? Ci attendiamo quello che tante persone, cercano di conoscere in anticipo consultando oroscopi, chiromanti, o addirittura maghi,?

La risposta ai nostri interrogativi è offerta dai testi della liturgia della solennità di Maria, Madre del Figlio di Dio, anzitutto dalla preghiera della Colletta, dove nella prima parte riconosciamo che, grazie alla singolare maternità (“la verginità feconda”) di Maria, abbiamo ricevuto da Dio “i beni della salvezza eterna”. Cosa è questa “salvezza eterna” donataci da Dio?

La risposta ce la offre l’apostolo Paolo nel testo della lettera ai Galati, proclamato nella seconda lettura (Gal 4,4-7): con la nascita del Figlio di Dio abbiamo ricevuto una nuova condizione, quella di figli, condizione che fa di noi persone libere («quindi non sei più schiavo, ma figlio»). Ad attestarci questa nuova condizione è lo stesso Spirito Santo, lo Spirito del Figlio di Dio, il quale ci consente, anzi in qualche modo ci precede con decisione (“grida” nei nostri cuori) di rivolgerci a Dio, con la stessa libertà e intimità di Gesù, di chiamarlo come lo chiamava Gesù “Abbà!” (tradotto letteralmente: “Papà”, “Babbo”).

Invochiamo lo Spirito Santo perché ci aiuti a ricordare che non siamo chiavi, ma liberi, perché amati da Dio come figli, beneficiari (“eredi”) del suo stesso amore, della sua cura amorevole.

Se iniziamo l’anno senza conoscere quello che ci accadrà, sappiamo però chi siamo noi – figli/e amati/e – e su chi possiamo contare, su un Dio che non è un padrone che ci tratta da schiavi, ma un Padre che si prende cura dei suoi figli.

Sempre nella preghiera della Colletta abbiamo chiesto al Padre di poter sperimentare l’intercessione di Maria, grazie alla quale abbiamo ricevuto “l’autore della vita”. Cosa chiediamo a Maria, che veneriamo con il singolare titolo di “Madre di Dio”, in questo primo giorno dell’anno e per l’intero anno che ci sta di fronte?.

Nel racconto evangelico (Lc 2,16-2) Luca segnala che dopo un parto rischioso (Maria partorisce il Figlio di Dio in un luogo dove nessuna donna, anche la più povera, avrebbe partorito il proprio figlio) e dopo l’improvvisa comparsa nella notte di alcuni pastori, Maria «da parte sua custodiva tutte queste cose, meditandola nel suo cuore». Il luogo in cui avviene il parto del Figlio di Dio, perché a Betlemme “per loro non c’era posto nell’alloggio”, la comparsa dei pastori, i meno indicati per confermare che “quel bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” era, come aveva annunciato l’angelo “un Salvatore”, sono le “cose” che Maria “custodiva, meditandole nel suo cuore”, alla ricerca di quel “filo rosso” della affidabile azione di Dio promossa dal suo amore, che lei stessa aveva riconosciuto nel Magnificat, nella casa della cugina Elisabetta. Maria questa ricerca non la svolge da sola, ma lasciandosi guidare dallo Spirito Santo che, come comunicato dall’angelo Gabriele, era sceso su d lei, “avvolgendola con la sua ombra”.

A Maria, la Madre del Figlio di Dio, chiediamo che anche noi ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, perché possiamo a ritrovare sempre quel “filo rosso” dell’amore generoso e fedele di Dio nelle vicende della nostra vita, anche in quelle che la feriscono e nella storia così martoriata come quella che stiamo vivendo.