La preghiera della Colletta, prima di esprimere la nostra richiesta a Dio Padre (“illumina gli occhi del nostro cuore”), descrive l’azione di Dio nel tempo degli uomini.
L’azione di Dio a favore degli uomini è caratterizzata dal riferimento a Gesù, il Figlio, alla sua venuta nel mondo degli uomini (“il Verbo venuto ad abitare in mezzo a noi”), con la quale Dio si rivela, si fa conoscere (“riveli al mondo la tua gloria”).
L’apostolo Paolo, nella seconda lettura (Ef 1,3-6.15-18), chiarisce che l’azione di Dio ha origine in un passato non databile (“prima della creazione del mondo”), motivata dal preciso intento di costituirci “santi e immacolati di fronte a lui nella carità”, e, in un sorprendente crescendo, “per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo”.
Dalle parole dell’Apostolo risulta che la scelta di Dio e la sua conseguente azione hanno come scopo quello di relazionarsi agli uomini come a dei figli, come Lui si relaziona da sempre con il Figlio amato, Gesù.
Perché questo “disegno d’amore della sua volontà” si realizzasse, il Verbo di Dio “ha posto la sua tenda in mezzo a noi”. E’ Giovanni nel vangelo (Gv 1,1-18) a rivelare questo: «E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi». Il Figlio di Dio, abitando il mondo, uomo tra gli uomini, ha consentito a Dio Padre di realizzare il suo desiderio, di farsi conoscere («Dio nessuno lo ha mai visto, il Figlio unigenito che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato») e di trattarci come figli, come tratta il Figlio che è con lui da sempre («A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio; a quelli che credono nel suo nome»).
Nella preghiera della Colletta la richiesta di un supplemento di luce, d’intelligenza (“illuminaci con il tuo Spirito”) recepisce le preghiere di Paolo per la comunità di Efeso: «continuamente rendo grazie per voi ricordandovi nelle mie preghiere, affinché il Dio del Signore nostro Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione per una profonda conoscenza di lui; illumini gli occhi del vostro cuore per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi»).
L’Apostolo sa bene, e anche noi con lui sappiamo, che “il disegno d’amore della volontà di Dio” ci supera, va ben oltre la nostra capacità di comprenderlo e apprezzarlo; sa anche, come noi sappiamo, che siamo esposti alla tentazione di valutarlo secondo una nostra misura, solo per quello che corrisponde alla misura della nostra intelligenza e del nostro desiderio.
Essere messi nelle condizioni di apprezzare in tutta la sua ricchezza il disegno d’amore che Dio intende realizzare a nostro favore, ipoteca il nostro futuro, perché ci consente di attenderlo non più con la paura di chi teme una sventura, ma nella serenità di chi ha scoperto che per Dio noi “siamo figli ed eredi del regno (il suo amore)”.
Non solo attenderlo con serenità, ma anche “pregustarlo” nella gioia di chi conosce e apprezza la destinazione della propria esistenza e della storia umana.