Festa Immacolata Concezione – 8 dicembre 2016

Noi non conosciamo con precisione l’inizio del mondo né l’inizio della comparsa degli uomini sulla terra, sappiamo però che è stato un inizio promettente, perché sotto il segno della benedizione di Dio. A rivelarlo è l’apostolo Paolo, il quale ai cristiani di Efeso scrive che Dio, Padre di Gesù, ancora “prima della creazione del mondo”, ci ha scelti (predestinati) a essere per Lui figli, come lo è Gesù, il Figlio amato. Per questo ha avviato la creazione e ha posto nel mondo gli uomini.

Il testo della Genesi proposto dalla liturgia ci dice che lo cose però non sono andate secondo il desiderio di Dio, perché gli uomini, che Lui desiderava amare come figli, non hanno apprezzato questo desiderio, anzi lo hanno malinteso e hanno preso le distanze da esso, decidendo di non assecondare la disposizione di Dio di non mangiare i frutti dell’albero della conoscenza del bene e del male (I lettura). La decisione degli uomini ha messo in serio pericolo il mondo e la sopravvivenza dell’uomo nel mondo (cfr. il diluvio che devasta la creazione, uscita dalle mani di Dio come “realtà molto buona”) e ha innescato una processo negativo che non risparmia nessuna creatura, uomini compresi (cfr. la realtà del peccato “originale”, un peccato ereditato, che segna la nostra vita fin dalle sue origini).

Da parte sua Dio non si è rassegnato a quella che appariva una sconfitta del suo desiderio buono è si è impegnato a rimediare alla sventurata decisione degli uomini. Il testo della Genesi offerto dalla prima lettura ci dice che per prima cosa ha pensato a una donna, che avrebbe messo fuori gioco chi aveva sedotto gli uomini, insinuando il sospetto sulla sincerità della disposizione di Dio, il serpente, figura del grande seduttore e divisore (il diavolo).

L’autore del testo della Genesi non sapeva il nome di quella donna, ma lo sapeva Dio. Noi abbiamo saputo tardi chi era quella donna a cui Dio faceva riferimento: non era una regina, una donna importante nella storia degli uomini, una donna che non viveva nelle grandi capitali del mondo, ma in un villaggio sconosciuto e che non godeva di un’apprezzata reputazione, Nazareth, fidanzata non con un principe, ma con un giovane falegname, Giuseppe.

Maria, quando viene raggiunta dall’angelo Gabriele, non sapeva nulla del desiderio di Dio, della sua decisione di contare su di lei per riprendere contatto con gli uomini, per portare a compimento il suo desiderio buono. Per questo, come scrive l’evangelista Luca, resta “molto turbata” quando sente il saluto dell’angelo: «Rallegrati, piena di grazia (amata da Dio e trasformata dal suo amore), il Signore è con te». E ancora di più quando l’Angelo le rivela che Dio ha pensato a lei come la madre del suo Figlio amato, quel Figlio che venendo al mondo con un nome – Gesù – come tutti i figli degli uomini avrebbe consentito il compimento del desiderio originario di Dio.

Maria non oppone alcuna resistenza, ma accetta che la parola dell’angelo si compia grazie a lei.

La solennità dell’immacolata concezione di Maria, cioè di Maria che è preservata dalla eredità delle conseguenze “mortifere” del peccato di Adamo, che appartiene a tutti i suoi figli,  ci parla anzitutto di questo Dio che non si rassegna alle chiusure degli uomini, ma opera da sempre, fin dalla notte dei tempi, perché la creatura, a cui ha pensato, l’uomo appunto, non resti vittima del suo rifiuto, ma si apra con fiducia a Lui, al suo desiderio di amarlo come figlio; ci mostra cosa è capace di compiere il desiderio di Dio nella vita di una persona, come Maria, quando non è considerato con sospetto, ma accolto con fiducia: la piena disponibilità ad assecondarlo, non solo per sé, ma anche per tutte le altre creature.

Chiediamo al Padre di Gesù, che quanto ha compiuto in modo singolare, unico in Maria, lo compia anche per noi, che cioè ci faccia dono della pienezza della sua grazia, del suo amore, così che anche noi ci sentiamo amati da Lui e che anche noi con Maria, diciamo a Lui, la disponibilità ad assecondare, nella nostra vita e nella storia degli uomini, il desiderio buono, che da sempre ha in cuore per i suoi figli.

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