SS.Trinità. Inizio del ministero di don Andrea Rocchetti e don Enrico Ciarimboli a Montemarciano (15 giugno 2025)

«Padre santo e misericordioso… donaci di crescere nella speranza che non delude». La richiesta al “Padre santo e misericordioso” riguarda un “bene” per la nostra vita, a un tempo indispensabile e fragile. Indispensabile perché senza una speranza è praticamente impossibile condurre un’apprezzabile esistenza (se è condivisibile l’adagio popolare che “finché c’è vita c’è speranza”, lo è altrettanto la considerazione che “finché c’è una speranza c’è vita”). Fragile perché la speranza non è sempre garantita da quello che succede durante la vita: quante speranze sono andate perse, sono state deluse nella nostra esistenza. Eppure continuiamo ad avvertire il bisogno di sperare, il bisogno di una speranza che non delude.

E’ l’apostolo Paolo a parlarci, nella seconda lettura (Rm 5,1-5), della speranza che “non delude”, che ci consente di rimanere “saldi”, di non soccombere (“ci vantiamo”) nelle tribolazioni.

Per l’Apostolo la speranza che “non delude” è quella garantita dall’ «amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo, che ci è stato donato». Una donazione generosa, abbondante come suggerisce l’espressione “è stato riversato”, un’offerta che invade, riempie, il nostro “cuore” – la nostra persona, nella concretezza della vita, delle scelte che compiamo ogni giorno.

Si tratta di un amore che ci abbraccia e ci libera dalla presa mortale del male che avvilisce la nostra vita e spegne le nostre speranza (“ci giustifica”, scrive l’apostolo Paolo). La speranza di cui parla l’Apostolo non fa riferimento a una vaga prospettiva sul futuro, ma a una sicurezza, perché fondata sull’amore di Dio, che raggiunge la nostra vita mediante Gesù Cristo, morto e risorto, alimentata dall’azione interiore dello Spirito Santo. Un amore che ci afferra nell’intimità più profonda del nostro essere (nel cuore), là dove soltanto Dio e lo Spirito possono vedere e dal quale nessuna vicenda della storia né situazioni della vita può “separarci” (cfr Rm 8,31-39).

A guidarci nella comprensione e nell’apprezzamento della portata di questa generosa offerta per la nostra vita è lo stesso Spirito Santo, di cui ci ha parlato Gesù nel vangelo appena proclamato (Gv 16,12-15). Quella piena verità verso la quale ci condurrà lo Spirito Santo è Gesù Cristo stesso, la sua parola, perché solo in Gesù comprendiamo pienamente noi stessi, il senso della nostra esistenza, la sua origine e la sua destinazione e riconosciamo che fra i tanti modi possibili di vivere la nostra esistenza umana solo quello indicato e praticato da Gesù è autentico e non delude le nostre speranze. Lo Spirito Santo ci accompagna nel percorso della vita perché riconosciamo Gesù, come la speranza che non delude, la speranza affidabile per noi.

Accompagnare la gente e riconoscere e a vivere nella speranza che non delude rappresenta il servizio di un prete, il senso del suo essere pastore in una comunità e per una comunità. Le diverse azioni che un prete compie in una parrocchia: ascoltare le persone, aver cura del loro cammino di fede, accompagnarle nelle prove della vita, celebrare i sacramenti, animare la carità, amministrare i beni di una comunità, trovano nel “far crescere la speranza che non delude” la ragione che le giustifica e le qualifica.

L’augurio che facciamo a don Andrea e a don Enrico, accompagnato dalla preghiera, è che il loro ministero faccia crescere la comunità di Montemarciano nella fede in Gesù “la speranza che non delude”. Soprattutto i ragazzi, i giovani e le persone più in difficoltà, che di questi tempi hanno particolarmente bisogno di poter coltivare speranze che non restino deluse.