9° anniversario di ordinazione episcopale (22 novembre 2024)

Durante l’ordinazione episcopale sul capo del futuro vescovo resta aperto i libro dei Vangeli fino alla conclusione della preghiera di ordinazione. Il libro dei Vangeli è la prima consegna fatta al nuovo vescovo dopo l’unzione crismale, accompagnata dalle parole del vescovo ordinante: «Ricevi il Vangelo e  annuncia la parola di Dio con grandezza d’animo e dottrina». Se le parole del vescovo ordinante impegnano il neo ordinato vescovo ad annunziare la parola di Dio, il libro dei Vangeli sul suo capo gli ricorda che resta servitore e non padrone della Parola di Dio, che «deve avere il vangelo dentro se stesso e quindi essere un vangelo vivente. Egli è sottoposto ad esso in ogni senso: la sua parola deve far risonare il Vangelo e ogni suo gesto deve essere una realizzazione del Vangelo» (C.M. Martini).

Il testo dell’Apocalisse (10,8-11) proclamato nella prima lettura illustra in modo plastico ed efficace il compito del vescovo e di ogni pastore nel loro ministero. Probabilmente l’Autore dell’Apocalisse ha presente la scena descritta dal profeta Ezechiele (2,8-3,3) all’inizio del suo impegnativo mandato profetico e quanto il profeta Geremia aveva detto brevemente: «Quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità» (Ger 15,16).

Il testo dell’Apocalisse ci ricorda anzitutto che annunciare la parola di Dio non è una nostra iniziativa, che non siamo padroni, ma servitori di questa parola. E’ una parola che ci viene consegnata («Prendi il libro aperto…).

Ci indica anche le condizioni del nostro servizio. Il gesto del mangiare con decisione il libro («Egli mi disse: “Prendi e divoralo») ci ricorda che prima di essere invitati ad annunciare la parola di Dio, siamo impegnati ad assimilarla, a farla nostra, come si assimila il cibo che ingeriamo. Con una differenza: mentre è il cibo ad essere assorbito, metabolizzato dal nostro corpo, la parola di Dio, come anche il pane eucaristico, “assimilano” la nostra persona, il nostro cuore a questo “cibo” particolare. La particolarità del libro  e del pane eucaristico è  data dal fatto che costituiscono entrambi il “corpo di Cristo” la Parola di Dio e il Pane disceso dal cielo.

Infine il testo dell’Apocalisse precisa che il libro da prendere e da mangiare è nel contempo dolce e amaro («Presi quel libro…»). La parola di Dio è salvifica, è una parola liberante che ridà speranza anche quando risulta “amara” perché indica una direzione diversa a quella imboccata da noi, prende le distanze dai nostri progetti, contesta e corregge le nostre azioni.

Mentre esprimo al Signore tutta la mia gratitudine per avermi chiamato ad essere vescovo e vescovo della Chiesa di Senigallia, chiedo a Lui di accompagnarmi con il suo Spirito, perché il mio ministero tra di voi non tradisca mai la sua parola.

Anche a voi esprimo la mia gratitudine per il vostro generoso servizio che rende possibile l’esercizio del ministero del vescovo nella nostra Chiesa di Senigallia. E anche a voi chiedo di continuare ad accompagnare il io ministero con la preghiera e la sincera collaborazione