Giornata della Pace (1 gennaio 2017)

Trai gesti abituali della nostra vita quello dello scambio di auguri è tra i più significativi. Almeno per due motivi. Anzitutto perché gli auguri che ci scambiamo rivelano ciò che ci sta a cuore, ciò che desideriamo per la nostra vita, poi perché riconosciamo che quello che ci sta a cuore non è nelle nostra immediata disponibilità, lo attendiamo, lo speriamo.

Abbiamo iniziato un nuovo anno scambiandoci l’augurio che sia un anno felice, sereno. Per qualcuno di noi più felice e sereno dell’anno appena trascorso, per altri la riconferma di quanto hanno goduto nell’anno precedente. L’augurio non è fuori posto, perché non siamo a conoscenza di che cosa i giorni futuri ci riserveranno, se realizzeranno o meno il nostro desiderio di serenità.

Non iniziamo però il nuovo anno nella totale incertezza, perché siamo accompagnati dalla parola di Dio appena proiclamata e dalla parola di Papa Francesco nel suo messaggio per la giornata della pace 2017.

I primi due testi della Scrittura proposti dalla liturgia parlano della benedizione di Dio sulla nostra vita. Il primo riferisce le parole che i sacerdoti rivolgevano ai fedeli giunti al Tempio: “Ti benedica il Signore e ti custodisca… faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia… ti conceda la pace”. Nel secondo testo l’apostolo Paolo ci informa della nostra adozione a figli da parte di Dio: per il Padre di Gesù non siamo degli estranei, ma figli; non ci tratta da schiavi, ma da figli. Proprio come fa con Gesù.

Il vangelo di Luca ci ripropone nuovamente l’atteggiamento dei pastori e di Maria di fronte al Figlio di Dio, che entra nella nostra storia in un modo francamente sconcertante. I primi si mostrano felici di Dio (lo lodano) per l’incontro con quel bambino che era venuto al mondo dove nascevano i piccoli dei loro greggi; felici perché lo hanno accolto, a differenza degli abitanti di Betlemme che non gli hanno  aperto le loro case e di Erode che cercava di eliminarlo.

Maria “custodisce” nel cuore quanto è accaduto, “meditandolo”, cioè cercando di comprenderlo in tutta la sua portata e ricchezza, in una situazione che sembrava smentire quanto l’angelo Gabriele le aveva rivelato di quel bambino e della sua nascita.

La parola del Papa nel messaggio per la giornata della pace. Il titolo del messaggio – “La non violenza: lo stile della politica per la pace” – non deve trarci in inganno: il messaggio è rivolto a tutti, non solo agli politici. Il Papa formula un augurio («Dal livello locale e quotidiano fino a quello dell’ordine mondiale, possa la nonviolenza diventare lo stile caratteristico delle nostre decisioni, delle nostre relazioni, delle nostra azioni, della politica in tutte le sue forme») e ci affida un compito («Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune»).

L’augurio e l’invito del Papa partono dalla constatazione che oggi «la violenza che si esercita “a pezzi”, in modi e a livelli diversi, provoca enormi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente»; e sono alimentati dalla convinzione che «la violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato».

Il Papa ci ricorda che «anche Gesù visse in tempi di violenza» e che di fronte alla violenza che lo investì mortalmente «predicò instancabilmente l’amore incondizionato di Dio che accoglie e perdona e insegnò ai suoi discepoli ad amare i nemici (cfr Mt 5,44)…tracciò la via della non violenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l’inimicizia (cfr Ef 2,14-16). Indica poi la conseguenza per chi “accoglie la Buona Notizia di Gesù”, cioè per noi: «sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di  Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi: “La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori”».

All’inizio di un nuovo anno, nel giorno in cui onoriamo Maria, come Madre di Dio, accogliamo l’invito di Papa Francesco a conclusione del suo messaggio: «Chiediamo alla Vergine di farci da guida».

Maria che ha generato Gesù, la benedizione di Dio per noi, ci aiuti ad accoglierlo nel nostro cuore, perché come Lui viviamo come operatori di pace.

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